< Meta-Links >: Mostra Online a cura di Luca Pozzi, Artista e Mediatore Cross-Disciplinare, Vincitore del premio VDA (Var Digital Art 2023).

  • < Meta-Links è un esperimento per osservare come le informazioni che ci circondano siano parte di un delicato ecosistema interconnesso. >

  • Una mostra che unisce saltando ad intermittenza irregolare nell'universo dell'arte alla ricerca di collegamenti ipertestuali non lineari, di correlazioni a distanza che avvicinano quello che sembra essere lontano nello spazio e nel tempo.

    Una navigazione Online delle opere di 12 Artisti Cross-Generazionali che approdano sul sito web della UniCredit Art Collection, come dei veri e propri Meta-Links informatici, ovvero Hyperlinks nascosti nel codice HTML di internet al fine di raccontare e condividere la propria storia.

    Il risultato è l'emersione di una dimensione ibrida tra anologico e digitale dove le più recenti sperimentazioni di derivazione post-moderna tra cui quelle di Jeppe Hein, Grazia Toderi, Rosa Barba ed Hans Op de Beeck si connettono agli albori della pittura moderna della scuola di Giotto di Bondone ed alle origini della rivoluzione umanista rinascimentale, passando per i capolavori del '900 di Giorgio De Chirico e Giacomo Balla.

    < In un presente sospeso dove intelligenze artificiali, meta-versi e realtà aumentata fluidificano i confini di autorialità, presenza ed identità, le opere ci bisbigliano dell'esistenza di una via di mezzo da percorrere dimenticando il proprio nome. >
  • Dell'artista Danese Jeppe Hein di base a Berlino, nato a Copenhagen nel 1974, <360° Illusion II.> fa parte di una serie di opere dedicate alla messa in discussione della percezione dello spazio e del tempo in termini classici. Nello specifico la struttura, che sostiene due superfici specchianti ortogonali in costante movimento, riflettono e moltiplicano il punto di vista dello spettatore e le sue coordinate architettoniche creando uno strano senso di disorientamento, frammentazione e riconnessione a distanza. Ispirata alle tradizioni minimaliste e all'arte concettuale degli anni '70, la sua ricerca si nutre di suggestioni provenienti tanto dal mondo scientifico della meccanica quantistica, quanto da pratiche meditative orientali di matrice buddista. </ 360° Illusion II.>

    Del 2004 è invece l'opera <VB54.19nt, JFK Airport, New York.>, tratta dall'omonima performance dell'artista italo britannica Vanessa Beecroft, una delle massime esponenti dell'arte degli anni '90 a livello internazionale. Nata a Genova nel 1969, si è contraddistinta per una serie di azioni in luoghi carichi di storia e di peso geopolitico. Autrice di un cross-over inedito in grado di fondere l'immaginario Fashion e Glamour della moda italiana famosa in tutto il mondo con l'antica pratica del Tableau Vivant di derivazione liturgica medioevale, teatrale Rinascimentale e di corte Barocca. In modelle semi nude dipinte di nero si trovano all'aeroporto JFK di New York. Sono corpi femminili sospesi in una specie di limbo, come se fossero in attesa di qualcosa o, per dirla citando la regista del film del 2003 “Lost In Translation”, Sofia Coppola: persi nella traduzione. Persi nella “transizione”, colti nell'imbarazzo e nell'urgenza di definire la propria identità, la propria unicità oltre gli stereotipi di bellezza ed omologazione di una società occidentale figlia della globalizzazione più sfrenata. Corpi che viaggiano pur restando quasi-fermi, semplicemente perchè non viaggiano nello spazio, ma nel linguaggio dell'arte tra realtà e rappresentazione.  </ VB54.19nt, JFK Airport, New York.>

    Una pala del 1295-1310 < Madonna in Maestà o Madonna col Bambino > della scuola di Giotto di Bondone è un esempio di convergenza armonica tra simbolismo religioso, naturalismo scientifico e realismo emotivo. Convergenza resa possibile da una nuova filosofia “ecosistemica” introdotta dal pensiero di San Francesco di cui Giotto rappresenta vita, morte e miracoli, nella Basilica Superiore di Assisi praticamente negli stessi anni tra il 1292 e il 1296. Un'opera che ricerca e trova una continuità fluida tra spazio tridimensionale e rappresentazione pittorica bidimensionale quasi cento anni prima della nascita della prospettiva geometrico-matematica. E' il corrispettivo mediovale dello Starship di Space X, di cui l'arco a sesto acuto gotico, ricorda anche la forma. Un vero e proprio device tecnologico, realizzato con gli strumenti della pittura, per l'esplorazione dell'universo oltre le illusorie barriere dimensionali.  </ Madonna in Maestà o Madonna col Bambino >

  • Rendez-Vous Grazia Toderi, 2005 Grazia Toderi < Rendez-Vous > Quando l'artista aveva soli due anni, nel 1965, due sonde della...

    Rendez-Vous

    Grazia Toderi, 2005

    Grazia Toderi < Rendez-Vous > 

    Quando l'artista aveva soli due anni, nel 1965, due sonde della Nasa: Gemini 6 e 7 si incontravano nello spazio dopo il più lungo viaggio fino ad allora intrapreso da due equipaggi statunitensi in preparazione del memorabile allunaggio del '69.

    Un incontro altamente improbabile, reso comunque possibile grazie al coordinamento, quasi miracoloso, di un team di scienziati che è riuscito a scongiurare tutte le potenziali variabili di insuccesso.L'opera, tratta da una video installazione del 2005, estende la natura dell'incontro tra le sonde ad un terzo attore, teletrasportandole all'interno della Venaria Reale di Torino, nella chiesa Barocca di Sant'Umberto dello Juvarra dove, attraverso l'interconnessione di spazi e tempi distanti e l'alterazione della forza di gravità, appare una fisica alternativa a quella dominante dell'esperienza quotidiana. </Rendez-Vous>

  • L'universo è fatto di reti di baci non di sassi.

    Cit. Carlo Rovelli (Fisico Teorico)

    Pierpaolo Campanini
    Senza Titolo, 2008
  • L'arte intesa come missione esplorativa, come tentativo di andare oltre i propri limiti fisici e cognitivi, il linguaggio inteso come “Argo” ovvero Grande Veicolo di Navigazione degli Argonauti in grado di saltare tra le dimensioni, tra realtà e finzione, tra vita e leggenda, alla ricerca del Vello D'oro di Crisomallo che sconfiggeogni malattia e dona la vita eterna. Queste le premesse che sottendono la ricerca di Giorgio de Chirico che insieme al Fratello Alberto Savinio, i “dioscuri” greci dell'arte del Novecento, fonderanno la loro Metafisica. Di quest'ultimo la frase: “L'artista è intelligente, più si serve di mezzi indiretti” e le opere < Ritorno al Castello Avito > e < Cocomeri e Corazze > ne sono un'esplicita testimonianza. </Ritorno al Castello Avito> </Cocomeri e Corazze>

    Metafisica che riecheggia nell'opera < Senza Titolo > di Pierpaolo Campanini (Ferrara, 1964) e nelle sue stesse parole: “La pittura per me è solo un desiderio. Non è la prima cosa che ho fatto...Essa ha portato un certo disordine nei miei pensieri organizzati, ma c’è voluto tempo. Nel disordine piano piano sono emersi aspetti seppelliti nella memoria, argomenti tralasciati in conversazioni dimenticate, cose viste con la coda dell’occhio.”  </ Senza Titolo > 

  • Il film < Outwardly from Earth's Center > di Rosa Barba, esposto al Centre Pompidou di Metz nel 2016 ed alla Columbia University di New York nel 2017, come dice l'artista: “si basa sulla narrazione di una società fittizia su un pezzo di terra instabile che rischia di scomparire. Una situazione che richiede l'iniziativa collettiva della popolazione per garantire la sopravvivenza di ciascun individuo ed il sostegno della società. L'ambientazione immaginaria è un riferimento a Gotska Sandön, un'isola svedese a nord di Gotland nel Mar Baltico che si muove di circa un metro all'anno.
    Rapporti fittizi di esperti disegnano un quadro surrealista di ciò che accade. L’esperienza di quello che a prima vista potrebbe sembrare un bellissimo documentario si sviluppa in un quadro più astratto e leggermente assurdo delle lotte e della vulnerabilità degli abitanti.” </ Outwardly from Earth's Center > 

    Realizzata in occasione di una grande mostra per il MAXXI di Roma nel 2009, l'opera di Hans Op De Beeck < In Silent Conversation with Correggio – Nocturnal Sea > è un acquerello su carta di grandi dimensioni 134,4 x 244,7 cm. Ispirato all'opera del Correggio, artista Rinascimentale che con il suo sfondamento ideale della cupola del Duomo di Parma del 1524, raggiunge forse lo Zenit della sapienza prospettica in pittura. Nella sua opera del 2009 Hans Op De Beeck, richiama l'ondata umanista che in passato divampò in tutta europa ma ricostruendone gli echi lontani, riportandoli alla sua cultura di origine, quella fiamminga. Nato nel Belgio settentrionale a Turnhout nel 1969, trasferisce i frutti della prospettiva in riva ad un mare nordico, freddo ma morbido, silenzioso ma imponente, dove la soglia tra cielo e marre, tra onde e nuvole, tra confini geopolitici è un linea sottile che scompare all'orizzonte.  </ In Silent Conversation with Correggio – Nocturnal Sea >

    Orizzonte che ritroviamo, seppur ideale, nell'opera di Nedko Solakov, < The Passage (a commissioned art work's story) > realizzata dall'artista bulgaro (Cherven Bryag,1957) interpolando la simultaneità di due eventi fortuiti apparentemente disconnessi. La morte del Padre e l'incontro di due maestri della storia dell'arte, avvenuto nella mostra Caravaggio e Bacon presso la Galleria Borghese di Roma tra il 2 ottobre 2009 ed il 24 Gennaio 2010. Composta da due dipinti installati a 4 metri di distanza, su due cavalletti da pittore connessi tra di loro da una serie di scritte fluttuanti realizzate da Solakov a penna blu su muro bianco, l'opera è un ponte tra la vita e la morte, tra il passato dei ricordi e il futuro che ci attende.  </ The Passage (a commissioned art work's story) >

  • Successore del Mantegna alla corte dei Gonzaga di Mantova, Lorenzo Costa realizza la pala Lingnea < S.Antonio da Padova e le Sante Caterina e Orsola > nel 1520 come “statement” etico, artistico e filosofico. Ogni personaggio è una specie di ingrediente: da S.Antonio da Padova prende un pizzico di purezza e due manciate di rettitudine e umiltà di cui il saio Francescano e le sacre scritture da cui spunta il giglio bianco ne sono l'essenza; Da Sant'Orsola 300 grammi di coerenza e 100 di fedeltà alla crociata cristiana, di cui protegge il vessillo. Da Santa Caterina un goccio di comunione con il divino, il suo essere tramite della trinità di padre, figlio e spirito santo riuniti in un solo corpo, dove per Costa il “corpo” è il dipinto stesso.  < /S.Antonio da Padova e le Sante Caterina e Orsola >

    Gerolamo Lanino con un'opera tardo rinascimentale ci porta invece al cospetto di San Michele Arcangelo che, insieme a Sant'Apollonia e a un devoto cavagliere porgono omaggio alla Madonna col bambino. Dove all'arcangelo corrisponde “Colui che deve legare nello stagno ardente il falso profeta” a Sant'apollonia “colei che preferisce la morte alla bestemmia” e al “Devoto Cavagliere” qualsiasi osservatore (Noi) in grado di distinguere la vera bellezza dalle false illusioni. Madonna col Bambino, san Michele Arcangelo, sant'Apollonia e un devoto cavaliere >

     

    < Sono tutti elementi Meta-Narritivi “lincati” all'interno dell'opera proventienti da tempi e mondi paralleli di natura sociale, politica, economica, religiosa e culturale >

     

    In questi termini anche la ricerca di Giacomo Balla, uno dei massimi esponenti del movimento futurista, sviluppatosi a cavallo tra le due guerre mondiali, può essere letta come libera e dinamica manipolazione della “Storia” in termini Meta-Narrativi. Una storia intesa proprio come “materiale”, non come qualcosa di assoluto e statico da descrivere, ma come processo di costante ridefinizione degli eventi. Eventi che, come teorizzeranno Gilles Deleuze e Felix Guattari nel famoso libro del 1980 “mille Piani”, possono essere riconnessi secondo logiche di natura rizomatica, generando nuova Libertà creativa.

    Libertà creativa che emerge con esplicita chiarezza già nel 1915 quando, nel manifesto “Ricostruzione futurista dell'Universo” insieme a De Pero, Balla arriva ad enunciare quanto segue: “Noi Futuristi vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente.”

    Libertà creativa che riemerge oggi nel 2024, alle soglie di un terzo conflitto bellico di proporzioni planetarie, all'interno di una mostra curata da un Artista e Mediatore Cross-Disciplinare che, per ironia della sorte, si chiude proprio con l'opera La Guerra del 1916, riproposta però in esplicita chiave Pacifista. </La Guerra>

  • </Meta-Links >

     

    Artisti:

     

    Giacomo Balla, Rosa Barba, Vanessa Beecroft, Hans Op de Beeck, Giotto di Bondone, Pierpaolo Campanini, Giorgio De Chirico, Lorenzo Costa, Jeppe Hein, Gerolamo Lanino, Nedko Solakov, Grazia Toderi.

  • Luca Pozzi

    Artista e mediatore interdisciplinare, ispirato dai mondi dell'arte, della fisica, della cosmologia multi-messaggera e dell'informatica, dopo la Laurea in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e le specializzazioni in Computer Graphics e Sistemi, collabora con visionarie comunità scientifiche tra cui la Loop Quantum Gravity (PI), il Compact Muon Solenoid (CERN) e il Fermi Large Area Telescope (INFN, NASA).

    Studiando gravità quantistica, cosmologia e fisica delle particelle, la ricerca teorica è convertita in una serie di installazioni ibride caratterizzate da sculture magnetiche, oggetti in levitazione, esperienze VR / AR e un uso performativo della fotografia basata su una straniante sensazione di tempo sospeso e multi-dimensionalità.

    Il suo lavoro è stato esposto presso importanti musei e gallerie in Italia e all’estero e le sue opere sono parte di prestigiose collezioni pubbliche e private.

    Luca Pozzi Artista e mediatore interdisciplinare, ispirato dai mondi dell'arte, della fisica, della cosmologia multi-messaggera e dell'informatica, dopo la Laurea...
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